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Oratorio Santissima Trinità e Annunciazione della B.V. Maria
Oratorio Santissima Trinità e Annunciazione della B.V. Maria
Oratorio Santissima Trinità e Annunciazione della B.V. Maria
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Turismo
Descrizione
Il primo documento in cui viene ricordato l’Oratorio è la visita apostolica effettuata il 15 luglio 1576 da Mons. Gerolamo Regazzoni (1); l’alto prelato ispezionò infatti l’Oratorio e dettò norme per i Confratelli che risultavano iscritti alla Confraternita. Ordinò inoltre che non si celebrasse la S. Messa in quell’Oratorio se prima non si fosse costruito un altare adatto e lo si fosse ornato con nuove tovaglie, croce, candelieri e palio.
Nel 1580, il delegato vescovile in visita a Spineto ordinò che nell’Oratorio non fossero celebrate funzioni sacre in concomitanza con le celebrazioni liturgiche nella chiesa parrocchiale.
Dell’Oratorio troviamo traccia nei verbali delle visite pastorali dell’8 ottobre 1589, nella quale mons. Cesare Gambara sollecitava che l’altare fosse ”racconciato secondo l’ordine dato” (2), in quella del 1596, quando venne ordinato ai Confratelli di aggregarsi ad un’arciconfraternita romana, del 1602 , quando venne ordinato l’acquisto di arredi sacri, del 1608, quando i Confratelli vennero esortati ad aggiustare la porta dell’Oratorio nel termine di due mesi.
A giudicare da questo verbale l’Oratorio in quel periodo doveva essere in cattive condizioni in quanto nello stesso si legge: “Vadino (i Confratelli) fra quindici giorni da Mons. Rev.mo et con lui stabilischino quello che si deve fare per conto del loro oratorio che minaccia notabilissima ruina et questo sotto pena dell’interdetto locale di essa Chiesa” (3)
In tutti questi documenti il titolo attribuito all’Oratorio è quello della Beata Vergine.
La scarsità di documentazione impedisce di approfondire oltre le vicende, almeno fino al 1673 quando si legge nella Tabella Ecclesiarum del Sinodo di Mons. Settala (1653 – 1682) che l’Oratorio era distrutto e che i Confratelli recitavano l’Ufficio divino nella Chiesa parrocchiale.
Le cause di questo disastro sono sconosciute: eventi bellici o cedimento strutturale dovuto a carente manutenzione? Dalla documentazione reperita non è stato possibile stabilirlo.
Nel ventennio successivo venne attuata la ricostruzione della Chiesetta e la Confraternita tornò ad avere la propria sede.
Nel 1690, dal verbale della visita pastorale del vicario foraneo Giacomo Francesco Inverardi, risulta chiaramente che l’edificio sacro era stato portato a termine, seppure ancora mancante del pavimento.
Il titolo dell’Oratorio è dell’Annunciazione della Beata Vergine, i Confratelli che vi recitano regolarmente l’Ufficio della Madonna sono 25 e, dice testualmente il documento, “vestono cappa rossa”.
E’ la prima volta che troviamo questa indicazione e generalmente la cappa rossa apparteneva alla Confraternita della Santissima Trinità e dei Pellegrini, che aveva come scopo di assistere i pellegrini oltre a quello di raccogliere fondi per la liberazione dei cristiani prigionieri degli infedeli.
Dallo stesso verbale si rileva che l’altare aveva i “gradini di muro scoperto” per cui veniva ordinato “che si faccino colorire, per adesso”.
Mancavano inoltre diversi arredi sacri che comunque il visitatore dava la facoltà di non acquistare sino a quando i lavori non fossero stati conclusi; infatti si legge anche “non è ancora perfezionato il pavimento, né fatta la porta, né foderato l’architrave” e si esortavano i Confratelli a fare “ogni possibile di rendere il tutto a perfettione questo posto…”.
Seguivano poi alcune regole per il buon funzionamento della Confraternita. (4).
Il documento successivo è il verbale della visita pastorale di mons. Carlo Francesco Ceva del 2 settembre 1692 nel quale si legge: “Oratorio: Fabricato di nuovo sotto il titolo della SS.ma Trinità, per non essere aggregati (i Confratelli) esortiamo il popolo a procurarne l’aggregazione (all’arciconfraternita di Roma) per partecipare delle indulgenze e lodandosi la politia in tutto nel medesimo Oratorio essortiamo nella santa perseveranza. … Detto Oratorio non ha obblighi e possiede due pertiche et alcune tavole di terra coltiva”. (5)
Il cambiamento del titolo dell’Oratorio sembra perciò sia avvenuto tra il 1690 e il 1703 come è ricordato anche nel verbale della visita di Mons. Resta del 3 settembre 1703 come “Oratorio sotto il titolo della SS.ma Trinità”.
Non pare però ancora definita la posizione giuridica della Confraternita in quanto nello stesso documento leggiamo “Questo (oratorio) è stato fabricato per devozione del popolo che vi si raduna tutte le feste a recitare l’ufficio. Non vi è eretta alcuna compagnia..” anzi il visitatore esortava alla costituzione di una Confraternita ed all’aggregazione della stessa a qualche Arciconfraternita per poter partecipare le indulgenze.
Come mai non viene citato il decreto di Mons. Ceva, predecessore del Resta, e neppure ricordata l’aggregazione all’Arciconfraternita romana di tre anni prima?:
Gli storici affermano con un certo margine di sicurezza che nel corso della visita pastorale di Mons. Resta, forse un po’ affrettata, si sia fatta confusione tra il titolo della Confraternita e quello dell’Oratorio. A supporto di quanto affermato citiamo la relazione che il Parroco di Spineto trasmise alla Curia tortonese nel 1743 obbedendo agli ordini dell’allora vescovo Mons. Giulio Resta. Il Parroco scrisse:
“In codesta parrocchia vi è un oratorio de’ disciplinanti aggregati alla SS.ma Trinità sotto il titolo dell’Annunciazione, che portano la veste rossa, … Il suddetto oratorio non ha veruna entrata fissa eccetto che la limosina che annualmente si questua dal Priore e sotto Priore quale annualmente ne dà il rendimento de’ conti alla presenza del Parrocho e delli Confratelli”.
Nei documenti ottocenteschi poi troviamo per l’oratorio la doppia dedicazione della SS.ma Trinità e dell’Annunciazione della B.V. Maria.
Nel 1811, durante il dominio francese, l’Oratorio fu privato della disponibilità dei suoi beni, sia mobili che immobili, e fu aggregato alla Chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore, previo regolare inventario dei beni, delle suppellettili e dei paramenti sacri propri dell’Oratorio stesso.
Il 25 marzo 1814 le Confraternite venivano riabilitate con i loro diritti e le loro amministrazioni per cui anche la Confraternita di Spineto chiese che le venissero reintegrati i beni dell’Oratorio.
Ma il Parroco oppose delle difficoltà e la vicenda si trascinò per alcuni anni sino a quando, il 6 gennaio 1852, 55 Confratelli presentarono alla Curia tortonese una petizione ben argomentata e da tutti loro sottoscritta (alcuni confratelli la firmarono con gran fatica, altri apposero solo il segno di croce seguito dalle loro generalità per mano di chi sapeva scrivere) affinché il Vescovo intervenisse per risolvere e definire l’annosa vertenza.
Con questa petizione essi chiedevano, visti anche i provvedimenti emanati nel 1816 e 1817 e il ripristino della Real Casa in Piemonte, di reintegrare l’Oratorio al culto ed alla devozione della popolazione. Il ripristino comportava, innanzi tutto, la separazione dell’Oratorio dalla Chiesa parrocchiale con la restituzione dei beni di tutte le suppellettili, dei paramenti sacri e di ogni altra cosa descritta nell’inventario del 1811.
La petizione venne accettata e con decreto vescovile del 29 gennaio 1852 alla Confraternita della SS.ma Trinità e Annunciazione della B.V. Maria veniva restituita la piena disponibilità dei beni mobili ed immobili dei quali era stata privata nel 1811. (6)
In occasione del terremoto che colpì Spineto il 9 ottobre 1828 anche l’Oratorio subì dei danni.
I muri laterali erano “molto offesi da crepature da terra sino a’ tetti per cui può immettere in pericolo …… ed avvi pure la sacrestia del medesimo molto danneggiata, il cui danno totale si è calcolato in lire cinquecento” (7)
Il Parroco Don Carlo Guaraglia, l’8 febbraio 1879, scriveva che la chiesa dell’Oratorio è “tanto antica che non si hanno né documenti né memoria della sua origine …. Ha solamente un altare… è a due navate … in buonissimo stato e ben tenuta” e “le sue rendite consistono in due piccoli capitali di prestito, in offerte in denaro nei giorni delle funzioni, in una colletta di grano in autunno e in fitti che si ricavano da cinque cantinotti esistenti sotto la navata di fianco all’oratorio… I suddetti cantinotti s’incantano pubblicamente ora a nove anni, di tre in tre, a favore del locatario” (8)
Dei cantinotti si parla anche in una relazione del parroco don Carlo Guaraglia del 2 maggio 1892 della quale emerge che l’Oratorio “non ha introiti fissi ma solamente avventizi in limosine, collette….. ha introiti fissi di lire 70 circa per affittamento di sei cantinotti esistenti sotto la fabbrica dell’oratorio…”.
Telefono
Priore Confratenita: Miserere Mario 3381293718 Consorella Confranternita: P. Regonaschi 3315869616
Apertura
Calendario Liturgico dell'Oratorio:
- Santa Messa la domenica successiva al 25 marzo, Solennità dell'Annunciazione della Beata Vergine Maria;
- Santa Messa Solennità della Santissima Trinità;
- Santa Messa domenica successiva al 12 Settembre;
- 8 Dicembre Solennità Beata Vergine Maria Immacolata.
Modalità di Accesso
Accesso libero durante le funzioni religiose
Dove
Via Tripoli
Contatti
Telefono:
3381293718 - 3381293718
Pagina aggiornata il 26/04/2024 16:26:00
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